venerdì 27 aprile 2012

ieri, oggi, domani


All’inizio ci sentiamo dire : “ quando sarai più grande allora ..” e poi quando cresciamo arriviamo a dire: “ e.. quando ero giovane ….”
Insomma, sembra che la visone del nostro massimale sia sempre proiettata in un’epoca che non è quella attuale. La speranza in un futuro migliore di certo aiuta a superare i limiti di un presente imperfetto e, quando l’età avanzata impedisce sogni a lungo termine, allora si volge lo sguardo all’indietro, ripercorrendo imprese gloriose, reali o arricchite che siano, perché, in fondo, tutti abbiamo bisogno di sentirci un po’ grandi eroi.
Il mito di Achille, il sogno dell’immortalità, il desiderio di essere ricordati, il bisogno di illudersi che grazie  alle nostre gesta vivremo per sempre nei racconti delle future generazioni, ci spingono ad immaginarci migliori di come siamo oggi, ci stimolano a progettare svolte e cambiamenti per un domani più ricco, o una carriera più prestigiosa, o una casa più grande.
Spesso però, ci ritroviamo a proiettare le grandi imprese nel domani, aspettando che passi il treno diretto a La Grande Occasione, costruendoci ogni giorno alibi inesistenti che ci incatenano e ci impediscono di crearcela da soli La grande occasione.
Molto raramente le persone raccontano di un oggi felice e soddisfacente, più spesso ci si ritrova a parlare di sogni o di esperienze già passate, perché si vuole dare un’impressione di sé più ammirabile possibile o perché si nasconde l’infelicità di un presente misero con la visione di un domani o di un ieri grandiosi.
Di certo sognare non comporta fatica, sacrificio, rinunce né grandi bivi da superare; la monotonia di una quotidianità capitata è rassicurante ed abbandonare il certo per l’incerto può essere da incoscienti, ma l’azione, al contrario, per pur fallimentare che possa risultare, regala il brivido dell’incognita, allontana per sempre il rimpianto di non averci provato, e ci regala quel “giorno da leoni” di cui saremo per sempre fieri e che racconteremo con orgoglio fino alla fine di questa vita.

lunedì 23 aprile 2012

siamo donne....

noi donne siamo fatte cosi...ci piace parlare!
e preferiamo farlo con altre donne..ah le amiche...fonte di riparo, di consolazione, appiglio sicuro e spalla complice.
si cresce insieme, si condivide ogni più piccolo segreto, ogni dettaglio di momenti vissuti, perché è nei particolari che sta la differenza! cosi trascorriamo ore ed ore dentro una casetta all'asilo, e poi al telefono dopo la scuola, e poi sedute sui motorini, poi dentro le auto in un parcheggio, poi la propria casa... ed in quei momenti, che durano ore, il tempo vola e le parole non finiscono mai.
tra donne non esistono i momenti di silenzio che a volte si creano quando si è in compagnia di un uomo..anzi spesso ci si accavalla, ci si interrompe, si alza la voce perché torna in mente qualcosa da raccontare che sembra avere un'importanza che non può attendere.
e tutto il mondo passa in secondo piano... quando ci si confida, quando si spettegola, quando ci si sfoga, si crea una bolla dentro la quale si rotola, senza farsi intercettare dal mondo, ed i richiami dei genitori, il pranzo, i compiti, tutto diventa interferenza, perché parlare con l'amica del cuore è tutto ciò di cui si ha bisogno.

anche la donna ha la sua caverna, solo che a differenza dell'uomo..nella caverna ci sta in compagnia, perché solo condividendo a voce alta i pensieri, può giungere ad una decisione.

un angolo di mondo completamente femminile è lo spogliatoio.
che sia di una palestra, di una piscina o di un centro benessere, è un luogo sacro, territorio incontaminato da presenza maschile, inaccessibile ad occhi indiscreti, dove la donna si sente in qualche modo protetta e si lascia andare alle più indicibili confessioni, ai commenti più indiscreti, dove ci si mostra anche fisicamente, lamentandosi per quei chili di troppo, per i capelli sciupati o le rughe che incalzano, aspettandosi consolazione, perché solo il complimento femminile ( per pure falso che sia) è quello che davvero ci rende sicure di noi stesse. generazioni diverse chiuse in pochi metri quadrati, trent'anni di differenza, ma i discorsi sono sempre gli stessi!
ieri, una bambina dopo il nuoto dice alla sua amica : " ma lo sai che ieri Nicola è venuto tutto elegante a scuola e nell'intervallo mi ha chiesto di sposarlo??'" e l 'amica : " cosaa??? e tu cosa gli hai risposto?" e lei :   " ma sei scemo?"... ed io con un sorriso, ho pensato ad un titolo di un libro.. Piccole donne crescono... e crescono già belle agguerrite mi sa...poveri maschietti!!! :-)