venerdì 9 marzo 2012

meglio soli o male accompagnati?

condivisione o con-divisione?
da dizionario si legge "dividere con altri, avere in comune"...mmm...usati come sinonimi , mi appaiono invece come ossimori.
mi spiego: la condivisione ha solitamente un'accezione positiva, di crescita, ma ha al suo interno la parola "divisione"  che, al contrario, conduce il pensiero ad una decrescita.. quindi?
forse la sua origine sta nel detto "mal comune mezzo gaudio?"
qualunque dolore, se comune, risulta forse più accettabile? se si, di conseguenza, una gioia per acquisire valore dovrebbe avere in sé il carattere dell'unicità? forse, ma io preferisco pensare alla parola condivisione come alla più dolce espressione di quel sentimento che regala all'essere umano il senso della sua esistenza, poiché sono certa che qualunque esperienza i nostri sensi possano fare, qualunque gioia, piacere, soddisfazione o godimento si possa provare,  non avrà mai una dimensione di completezza se vissuto in solitudine.

2 commenti:

  1. aggiungo che per il condividere qualcosa non si deve fissare alcun paletto. la condivisione deve nascere dal nulla e rendere onore al proprio significato teleologico. va vissuta e cavalcata. senza preclusioni ma sopratutto senza vincoli. può avvenire tra 2 o più persone. quando avviene tra solo due persone non deve sfociare nella condivisione edilizia. per capirci: la bibliografia e la dottrina occidentale ci aiutano e ci ricordano che quando forzata e limitata sotto un unico tetto diventa distruttiva e logorante nel tempo. giocoforza si evince che la condizione "sine qua non" è quella di non andare a vivere assieme e limitarsi a condividere l'aspetto astratto del risultato finale ovvero: la felicità!

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  2. Parlo da ignorante perchè alcuni vocaboli che usate non sapevo e non immaginavo l esistenza,ma devo dire che l argomento è stato trattato in modo perfetto e condivido tuttttttto!siete forti complimenti!

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