giovedì 29 marzo 2012

vivere in un film

come sarebbe bello vivere in un film.

si ma, non per l'happy ending, non per l 'adrenalina, né per gli attori (il bello e il buono ci sono sempre) ma soltanto per l'assenza dei tempi morti.
in un film, le scene si susseguono incalzanti, si passa dal tramonto all'alba, da new york a berlino, dalla gioia alla disperazione in un secondo. non c'è attesa, non c'è noia, tutte le emozioni hanno la vita di brevi istanti.
un concentrato efficace del meglio e del peggio, tutto si esaurisce in un attimo;

la vita reale, al contrario, è fatta di tempi morti...

quelle ore trascorse nella più totale disperazione, a crogiolarsi rivivendo con il pensiero un ricordo che  fa male, quei pomeriggi passati nella noia a fissare l'orologio (dove appare certamente ovvia la relatività del tempo), quelle attese interminabili,  la coda in auto, il dolore lancinante, la pasta che non cuoce, le giornate vuote, le lunghe malattie, l'autobus che non arriva, la toilette che non si libera...nei film tutto ciò non esiste.
il protagonista affranto da una delusione si dispera al massimo 20 secondi, e lo ritroviamo la scena successiva bello, vestito, pettinato che cammina in mezzo alla gente, come avesse già dimenticato tutto.

e poi ci sono i finali da "vissero felici e contenti" si ma dopo..cosa è successo? tutto termina all'apice della gioia, ma poi? quanto durerà quell'idillio che ci fanno assaggiare nei finali?
perché i film non si concludono mai con una scena del " 10 anni dopo"?

in fondo, il cinema piace proprio perché regala un sogno, perché è lontano dalla realtà, perché è alleggerito, pulito dalle pesantezze della quotidianità. tutto vissuto al massimo dell'intensità, ma in un breve istante.

nei film, però non nascono riflessioni, non ci sono ripensamenti né interrogativi, non c'e il tempo per la brutta e la bella copia, non c'e autodeterminazione ma solo un copione.
nella realtà, al contrario, sono i momenti vuoti a regalarci l'occasione per riflettere, discernere, valutare, decidere.

molte persone si riempiono le giornate con un'agenda fittissima proprio per evitare i tempi morti, difficili da sostenere perché la solitudine porta inevitabilmente a fare bilanci, a guardarsi allo specchio, a giudicarsi,  ma se si trova un'equilibrio, gli attimi di isolamento diventano necessità.

sarà meglio vivere ai mille all'ora seguendo il corso degli eventi che ci vengono incontro, o procedere con lentezza, fermandosi ogni tanto a guardare la cartina, ad alzare lo sguardo per valutare le alternative a 360°?




1 commento:

  1. Si sarebbe meglio fermarsi e guardarsi intorno,guardare il panorama ricco di tante belle cose che spesso non vediamo a causa della fretta della frenesia,della paura di vedere!spesso sarebbe meglio lasciarsi trasportare nel film di cui noi siamo registi e protagonisti!difficile molto difficile almeno per me,difficile stare solo e guardare il mio film,difficile perchè spesso si ha paura del finale di alcune scene,si ha paura di vederle anche solo per un secondo!preferisco non avere tempo e corretta destra e sinistra.....così non mi devo dare spiegazioni!

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