martedì 6 marzo 2012

schiava del viaggio

viaggiare...il viaggio presuppone una partenza e un ritorno, beh, per me conta sicuramente di più la prima dimensione. sono sveglia da poco, quindi ho appena concluso almeno un paio di viaggi durante le fasi mattutine di sonno; sto facendo colazione con un nuovo libro davanti a me e non si può certo negare che un libro sia una partenza..in più, questo libro parla di un viaggio quindi...doppia valenza! i films, beh...con i film ci si allontana dalla dimensione locale e temporale e la nostra mente si conforma alla trama..se non è viaggiare questo....

documentari, blog, fotografia, musica....tutto nella mia vita sembra essere attraente perché mi porta lontano.

sindrome da nomade inguaribile. ..

insoddisfazione, ansia da routine, inquietudine......saranno solo espressioni di una grande curiosità o saranno invece manifestazioni di un disagio portato dalla paura del cambiamento?

d'altronde il viaggio crea aspettativa ed eccitazione nelle fasi di preparazione e poi adrenalina alla partenza ,e poi sorpresa, stupore, gioia e tristezza, condivisione e solitudine, stanchezza e soddisfazione, perfino nostalgia di quell'angolo di mondo rassicurante, che visto da lontano appare un ricordo dolce, perché a tutti piace sapere che c 'è qualcuno che aspetta.

e poi c'è il ritorno...e la mente vola già alla prossima avventura. risulta più semplice accettare la fine di qualcosa sognando un nuovo inizio.
ed immancabilmente ed imprescindibilmente ci si ritrova diversi, il cambiamento è un'appendice del viaggio, una conseguenza inevitabile.  ed è un cambiamento positivo, è una crescita perché respirando odori diversi, incontrando volti sconosciuti, stringendo mani straniere, mangiando cibi nuovi e sentendo rumori mai ascoltati prima, si fa un passo avanti verso quella dimensione di "essere umano" tanto agognata.

avventura meravigliosa per i nostri sensi che possono così svegliarsi dal torpore creato dalla routine, e somministrazione di pillola di saggezza, perché solo dal confronto paritario con la diversità può nascere il buonsenso.

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